Oggi è un giorno speciale ma il tuo orologio non lo sa.
Per lui il 29 febbraio è una data come un’altra, non sa che il 2020 è un anno bisestile e che capita solo una volta ogni quattro anni così come non conosce la lunghezza dei mesi di aprile, giugno, settembre e novembre, tutte situazioni in cui lo devi aiutare correggendolo manualmente.
Questo perché come puoi vedere nell’immagine qui in basso prendendo come esempio un diffuso movimento meccanico automatico come il Sellita SW200-1 il disco di un datario (1) che riporta tutti i 31 giorni è azionato da una vicina ruota (2) la quale è collegata con la ruota delle ore (3) attraverso una ruota intermedia (4) scattando di un dente al giorno e così 12 mesi l’anno.
Il Calendario Annuale
Le cose si complicano notevolmente con un calendario annuale che conoscendo la lunghezza di tutti i mesi che sono fissi ha bisogno di essere regolato solo una volta l’anno ossia il 1 di marzo.
Come funziona?
Un calendario annuale è un orologio che è già un bell’esempio di memoria meccanica. I suoi meccanismi sanno riconoscere i mesi di 30 giorni da quelli di 31 perché i ruotismi sono stati programmati per agire in questa sequenza: X Y X Y X Y X X Y X Y X dove “X” sono i mesi da 31 giorni e “Y” i mesi da 30 giorni. Nota che per un calendario annuale tutto fa sempre riferimento solo a due lunghezze (31 e 30) quindi anche il mese di febbraio lui lo considera di 30 giorni.
È curioso come i calendari completi e perpetui vengano realizzati da tempo immemore e da non pochi marchi mentre il primo calendario annuale da polso della storia – la Ref. 5035 di Patek Philippe – é apparso solo nel 1996.
Il Computo Gregoriano
Prima di affrontare come funziona un calendario perpetuo, ossia un orologio che riesca a riconoscere la lunghezza di tutti i mesi dell’anno compreso il mese di febbraio, e così per 100 e più anni di fila, ripassiamo la regola secondo cui tutta la sua meravigliosa meccanica è stata programmata.
Il calendario gregoriano introdotto nel 1582 e successivo al calendario giuliano in voga da 1500 anni, recuperò gli errori di quest’ultimo facendo durare quell’anno ben 10 giorni in meno.
Molto simile a quello introdotto da Giulio Cesare il computo istituito da Papa Gregorio XIII oggi seguito dal 95% della Terra lasciò intatto la durata dell’anno di 365 giorni, e un anno bisestile ogni quattro, ma per regolare con più precisione la durata media dell’anno rispetto alla sua durata effettiva che è di 365 giorni, 5 ore e 48 minuti, ordinò di sopprimere gli anni bisestili degli anni centenari non multipli di 400.
Ad esempio l’anno 2000 è stato bisestile ma nel 2100, che sarà la prima eccezione che un orologio con calendario perpetuo incontrerà, nel 2200, e nel 2300, questa complicazione meccanica che pur portandone il nome sfiora solo l’eternità – ma perché segue un calcolo che a sua volta non la raggiunge – dovrà essere aiutata con regolazioni manuali.
Come si comporta un calendario perpetuo?
Prima di tutto è giusto ricordare che il calendario perpetuo fu inventato dall’orologiaio inglese Thomas Mudge nel 1762 che tra l’altro fu colui che firmò altri meccanismi che hanno rappresentato svolte per l’orologeria come lo scappamento ad ancora.
Come funziona?
Per conoscere la lunghezza di tutti i mesi dell’anno incluso quello di febbraio un calendario perpetuo deve compiere un bello sforzo: la sua memoria meccanica deve passare da 365 giorni, che è quella di un calendario completo, a 1.461. Tanti sono i giorni che si contano in 4 anni, cui costituiscono la durata di un ciclo bisestile, compreso quel famoso giorno – il 29 febbraio – che in questo intervallo di tempo viene aggiunto solo una volta.
Perciò la data e tutte le altre funzioni correlate come il giorno e il mese (NB le fasi lunari che in calendario perpetuo sono sempre presenti no perché seguono altri calcoli) si devono tutte affidare alla speciale ruota degli anni bisestili che compie una rotazione in quattro anni.
Per tre anni essa selezionerà una configurazione di ruote che assegnerà a febbraio sempre una lunghezza di 28 giorni e dopodiché farà saltare la data al 1 marzo. Quando quella ruota raggiungerà l’anno bisestile, riconosciuto il mese di febbraio ordinerà di aggiungere il 29° giorno e alla mezzanotte di saltare al primo giorno del mese successivo.
Ti sembra poco?
Ho voluto spiegare questa complicazione senza entrare in dettagli super tecnici perché credimi degli oltre 200 elementi che di solito la costituiscono nessuno se ne sta con le mani in mano.
Tutto questo si deve integrare in uno spazio di un cerchio (calibro) che in media misura poco più di 30 mm, e insieme a tutto il resto della meccanica.
Il “problema” in un calendario perpetuo è regolarlo, operazione che se non tralasci le fasi lunari non è immediata ma per un vero appassionato è anche un’occasione per apprezzare da molto vicino il suo amato.
È in casi come questi che torna particolarmente utile un rotore di carica: quando non lo indossi nel frattempo è lui a tenere tutto sufficientemente “sveglio” per non doverci mettere di nuovo le mani.
In un calendario perpetuo vi sono molti modi di rappresentare data, giorno, mese, anno bisestile: con lancette e quadrantini nella classica raffigurazione a finestrelle, mista, e ne vedremo anche una decisamente atipica.
Patek Philippe nel 1925 realizzò il primo orologio da polso con calendario perpetuo. Nonostante non si trattava di un calibro previsto per un orologio da polso quel pezzo ha una storia interessante.
Il movimento che riportava il numero 97975 fu incassato nel 1898 in un orologio pendente da donna ma rimase invenduto sinché nel 1925 la Maison decise di montarlo in una cassa da polso che è quella che vedi. L’archivio Patek Philippe riporta che fu finalmente venduto il 13 ottobre 1927.
Già all’epoca quel calendario perpetuo prevedeva lo scatto istantaneo di tutte le indicazioni, caratteristica che diventò in seguito uno dei segni distintivi dei segnatempo con questa complicazione firmati doppia P.
Proseguendo a individuare alcuni tra i calendari perpetui più validi e fantasiosi come si fa a non nominare ochs und junior? Il marchio di un simpatico team di appassionati di Lucerna che ho visitato anni fa di ritorno da Baselworld fa capo al geniale orologiaio e professore di matematica di origini italiane Ludwig Oechslin noto per il suo incredibile approccio meccanico minimalista.
Se Oechslin ha creato un calendario annuale con appena 3 elementi e un fasi lunari con 5, secondo te poteva non raccogliere la sfida di minimizzare anche un calendario perpetuo?
ochs und junior perpetual calendar ha infatti 9 elementi +3 modificati.
Chiudiamo con un esempio unico quanto assurdo per la testardaggine tipicamente tedesca di aver voluto a tutti i costi aggiungere a questo calendario una complicazione capace di mischiare le carte, tanto da dover affrontare un vero rebus meccanico.
Parlo del Glashütte Original Grande Cosmopolite Tourbillon.
Non starò qui a sottolineare che è anche un meraviglioso tourbillon volante, perché ci sono altri segnatempo che al più preciso dei calendari (quasi e più in basso ti farò vedere chi lo supera) associano altre signore complicazioni come il cronografo e la ripetizione minuti ma nessuno oltre la manifattura tedesca ha mai provato ad attaccarci le ore del mondo con 37 fusi orari e con in più la variante dell’ora standard e legale.
Oggi che è il 29 febbraio se uno tra i pochi fortunati che possiedono un Grande Cosmopolite Tourbillon si divertisse a selezionare tutte le 37 località, comprese quelle con un fuso orario di 30 minuti o 45 minuti, vedrebbe la data, il giorno, il mese, l’anno saltare avanti e indietro ma contemporaneamente anche l’ora verso Est o verso Ovest.
Un passo oltre: il calendario secolare
L’orologeria meccanica è un mondo affascinante ma per quanto i suoi detrattori facciano di tutto per farla sembrare obsoleta sottolineando che si basa su principi antichi e ripetitivi, sono proprio loro a renderla immortale.
Abbiamo visto come un calendario perpetuo, non per colpa sua ma del calcolo cui si attiene, non può considerarsi veramente eterno. Dov’è il problema? Basta farlo diventare “secolare”.
Questo dev’essere più o meno il pensiero che è frullato per la mente a Franck Muller – altrimenti chiamato Master of Complications – quando nel 2009 dopo anni di studi con la collaborazione di Pierre Michel Golay ha inserito il calendario secolare a bordo dell’Aeternitas Mega 4 che con 36 complicazioni e dopo 11 anni è ancora l’orologio da polso più complicato al mondo.
Il suo calendario secolare o eterno che esegue i calcoli su base di 1000 anni riesce – ovviamente sempre meccanicamente – a correggere automaticamente anche tutte le eccezioni previste dal calendario gregoriano che altrimenti necessiterebbero di una regolazione manuale.
Ma questa è un’altra fiaba.
Se vuoi saperne di più LEGGI QUESTO ARTICOLO nel quale grazie a una documentazione inviatami da Golay otto anni fa ne parlai in profondità.
Se sei rimasto a leggere sino a qui a questo punto non mi resta che salutarti e augurarti un buon 29 febbraio.
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