Gli svizzeri sono bravissimi nelle lavorazioni artigianali e la loro esperienza secolare nel campo dell’orologeria li pone meritatamente come i più famosi costruttori di segnatempo di lusso al mondo.
Nonostante la scuola tedesca sia rappresentata da pochi marchi storici che realizzano le loro opere nel pieno rispetto delle tradizioni come A. Lange & Söhne e Glashütte Original, da Nomos Glashütte – per nominare il brand leader negli orologi ispirati al Bauhaus, e al momento non mi vengono in mente altre manifatture se non artigianali, oggi tanti desiderano possedere un orologio Made in Germany.
Diamo uno sguardo più da vicino alle differenze tra orologi svizzeri e tedeschi confrontando alcuni tratti che caratterizzano le due scuole.
La Storia
Grazie alla forte influenza esercitata dal Calvinismo, dichiaratamente contro a gioielli e a tutto ciò che rischiasse di ostentare il lusso, gli svizzeri costretti a lasciare da parte i gioielli si dedicarono sin dagli inizi all’arte orologiera.
Si narra che tra il XVI e il XVII secolo un gruppo di orologiai Ugonotti fuggiti dalla Francia si stabilì a Ginevra sviluppando in loco il proprio mestiere.
A seguire un altra curiosa vicenda coinvolge Daniel Jean Richard nato da una famiglia di contadini nel 1665 a Les Bressels un minuscolo paesino vicino a Le Locle nella regione di Neuchâtel.
Chiamato con l’appellativo “dit Bressels” la leggenda racconta che a 15 anni dopo aver visto per la prima volta un orologio appartenente ad un commerciante inglese di passaggio, senza averne mai visto uno prima lo riparò e ne realizzò addirittura una copia costruendolo da zero solo con le sue mani. Questo fu solo l’inizio: Richard dedicò tutta la sua vita a costruire orologi e addirittura macchinari per costruirli.
Era nata così una tra le prime manifatture.
Gli allora lunghi e rigidi inverni nelle zone adiacenti alla catena montuosa dello Jura costringevano gli agricoltori a lunghi periodi di inattività. Sembra perciò che molti di loro iniziarono a seguire le orme di Jean Richard.
La storia dell’orologeria tedesca iniziò ancora dopo, nel 1845, quando Ferdinand Adolf Lange fu chiamato dal governo di Dresda per insediare a Glashütte un nuovo polo orologiero dopo che nelle vicine montagne si erano oramai da tempo esauriti i giacimenti di argentite.
Alla convocazione di Lange risposero molti suoi illustri amici orologiai che stabilirono nel piccolo borgo i loro atelier dando così inizio a un’intera e autonoma industria orologiera. Tra la fine del ‘800 e gli inizi del ‘900 l’orologeria tedesca diventò talmente famosa nel mondo da mettere in crisi con i suoi orologi da tasca altamente qualitativi, le esportazioni dell’industria svizzera.
Purtroppo i bombardamenti della 2a Guerra prima, e il regime DDR instauratosi poi, distrussero prima il paese per poi convertire le fabbriche superstiti a costruire orologi popolari, congelando così tutta la fine orologiera tedesca sino alla caduta del muro.
Altri dettagli in un articolo dedicato alla storia dell’orologeria tedesca.
Differenze tra orologeria svizzera e orologeria tedesca
Com’è il caso dell’orologio cui invenzione non si può certo imputare a un’unica persona, nel tempo, oltre alla Svizzera, si svilupparono altre scuole di pensiero orologiere, altrettanto valide, tra cui quella tedesca o sassone, che condivide alcune ideologie con quella anglosassone.
Svizzeri e tedeschi sono noti per la ricerca di qualità e precisione; gli ultimi perseguono questi obiettivi in maniera talmente ossessiva tanto che pur di non fare compromessi sono disposti a tralasciare persino l’estetica.
- È durevole nel tempo?
- È funzionale?
- È il massimo della qualità?
Ecco, ora possiamo partire.
Numericamente parlando il confronto tra l’orologeria svizzera e quella tedesca è una lotta impari: si parla di migliaia di marchi contro un centinaio. Se stringiamo il campo alle manifatture storiche di Alta Orologeria, come già citato all’inizio per i grandi marchi possiamo contare solo su A. Lange & Söhne e Glashütte Original, Nomos Glashütte per le manifatture nate dopo il crollo del muro, Sinn marchio di cronografi e orologi professionali top, e la storica Tutima recentemente rinata.
Appartengono alla scuola tedesca anche illustri brand artigianali come Moritz Grossmann, e orologiai indipendenti come Marco Lang (Lang & Heyne) e Christian Klings.
Nonostante ciò, visto che da sempre l’orologeria tedesca si è sviluppata nella Germania dell’Est da quando, circa trent’anni fa è risorta, rappresenta in tutte le fasce di prezzo un’alternativa molto valida a quella svizzera.
Ecco alcune delle principali differenze tecniche tra le due scuole di pensiero.
Platina
La Platina o platina principale è il disco su cui poggiano tutti gli elementi di un movimento meccanico come ponti, pignoni, treni d’ingranaggi, bariletto o bariletti di carica, eventuali complicazioni integrate, o moduli che le ottengono separatamente.
Orologeria svizzera: Le platine principali degli orologi svizzeri sono aperte; questo lascia maggior campo visivo agli elementi che costituiscono un calibro e a numerosi ponti che decorati a vista ne esaltano la bellezza. Solitamente la scuola elvetica prevede una platina in ottone rodiato. Con il sistema aperto il design del movimento può essere più elaborato. È possibile scalinare alcune zone per accogliere alcuni componenti creando più settori.
Orologeria tedesca: Come la visione anglo-sassone quella tedesca prevede che la platina principale sia chiusa per ¾. In questo modo tutti i componenti sono bloccati sotto e sopra come un sandwich e inamovibili. Seguendo le manutenzioni programmate, come dovrebbe essere per qualsiasi movimento, elementi logorati a parte un movimento con platina chiusa a ¾ potrebbe sfiorare l’eternità. Come materiale per la platina i tedeschi adottano il german silver (argentone), una lega di nichel e rame che solitamente conferisce un brillare più morbido rispetto alla rodiatura.
Ponte
È un elemento dotato di perno che generalmente chiude i ruotismi di treno del tempo, organo regolatore, scappamento e bariletto. Il ponte è assicurato alla platina per mezzo di viti e tenuto in posizione da perni calibrati. Più ponti servono a poter smontare solo la parte di un orologio interessata senza doverlo disassemblate completamente.
Orologeria svizzera: Come conseguenza della scelta della platina aperta l’orologeria svizzera offre maggiore visibilità ai ponti, soprattutto nei movimenti con ponti separati ma che in un calibro normale veniva solitamente adottata in quelli da tasca di una volta.
Orologeria tedesca: Qui la situazione si capovolge: normalmente ci sono meno ponti in quanto solitamente a questi provvede la platina chiusa a 3/4.
Fanno eccezione i cronografi che pur mantenendo lo stesso concetto della platina a ¾ mostrano sopra, e liberi da ogni visuale, tutti i meccanismi di smistamento delle funzioni cronografiche e anche i vari ponti decorati con finiture diverse che affronteremo nel prossimo paragrafo.
Decorazioni dei ponti
Proprio perché solitamente molto visibili i ponti vengono spesso lavorati in quanto con i fondelli in zaffiro a vista di oggi sono tra i primi particolari che saltano subito all’occhio.
Orologeria svizzera: Nella scuola svizzera la maggior parte dei ponti è decorata a côtes de Geneve. Si tratta di incisioni a una distanza particolare che vengono procurate con una macchina o a mano su superfici metalliche lisce, come in questo caso appunto un ponte, dopo che l’elemento è stato lucidato. La trama è a finitura spazzolata.
Orologeria tedesca: I ponti, e altri elementi come nell’orologeria svizzera tipo le masse oscillanti, vengono anch’essi decorati con delle incisioni simili alle côtes de Geneve, solo che essendo concepite nella culla dell’orologeria sassone si chiamano “coste o nastro di Glashütte”.
Anche se minime la differenze ci sono. Generalmente, nella finitura concepita in Sassonia la decorazione è più marcata e fitta di quella ginevrina. Le singole scanalature parallele appaiono come se fossero leggermente concave e più vicine, mentre nelle côtes de Genève sono più larghe e piatte. Leggi un articolo in profondità.
Ad occhio nudo possono sembrare tutte uguali ma in entrambe le scuole, quando procurate a mano, con l’ausilio di una lente d’ingrandimento si può notare all’interno di esse altre decorazioni tipiche dell’orologeria tradizionale come il perlage e l’anglage ossia lo smusso degli angoli.
Viti rubini e incisioni
Fondamentali per fissare, regolare e fungere da cuscinetto, da quando grazie ai passi avanti come già detto lo zaffiro è oramai presente in tutti i fondelli, soprattutto in Alta Orologeria viti e rubini sono diventati elementi anche decorativi. Le incisioni sono invece un puro vezzo estetico ma con tecniche e temi diversi appaiono in tutte le culture orologiere.
Orologeria svizzera: Le due scuole fanno uso intenso di viti molto rifinite: qui non ci sono differenziazioni a parte che per i rubini che affronteremo più avanti. Anche le incisioni sono a libera scelta di chi realizza il movimento, perciò le troviamo da ambo i lati. Talvolta gli svizzeri applicano in alcune parti del movimento il guillochage.
Orologeria tedesca: Stesso discorso per le viti anche se quelle azzurrate nella visione tedesca sono un must e hanno un bel valore se azzurrate una a una a mano come fanno le vere manifatture. A proposito di finiture di minuscoli particolari guarda questo video.
I Sassoni solitamente riservano maggiore cura ai rubini. La scuola tedesca vuole che quelli inseriti sulla platina principale presentino tutti dei castoni (biccherini) in oro 18 k fissati da minuscole viti.
Per le decorazioni quasi assente il guillochè mentre grande cura viene riservata al ponte del bilanciere che sostiene la regolazione a collo di cigno, finemente filigranato a mano. Glashütte Original ha la particolarità di montarne quando può uno doppio.
Tourbillon
Rimanendo in zona meccanica non si poteva dimenticare di fare un inciso sullo spettacolare meccanismo regolatore inventato da Abraham-Louis Breguet.
Nato per aumentare sensibilmente la precisione di marcia di un orologio da taschino, che per la sua postura subiva quasi solo spostamenti anteroposteriori, proprio perché considerato da Breguet solamente un dispositivo tecnico, agli inizi il tourbillon non veniva proprio mostrato e posizionato sulla parte posteriore del movimento nascosto dal coperchio.
Orologeria svizzera: nonostante Breguet fosse parigino d’adozione mettiamo il tourbillon tradizionale nell’orologeria svizzera, visto che li era comunque nato il Maestro. Non mi sembra la sede adatta per spiegare come funziona un tourbillon, tuttavia nella sua versione genuina prevede un ponte orizzontale posizionato davanti alla gabbia che rotea. Guarda il video.
Orologeria tedesca: Nel 1920 Alfred Helwig, orologiaio docente alla Scuola di Glashütte, partendo dalla brillante idea di Breguet pensò di ancorare il tourbillon a un ponte con un solo braccio che proveniva dalla sottostante platina principale, in modo da mostrare senza veli il meccanismo facendolo sembrare come se fosse sospeso nell’aria.
Era nato il tourbillon volante, meccanismo oggi adottato non solo dalla scuola svizzera ma da chiunque in un segnatempo voglia esibire il regolatore più spettacolare che ci sia.
Qual è la caratteristica di ciascuna visione orologiera che ti piace di più?
Scrivila in un commento.
Commenti
Come scegliere?
A tutti i malati di orologeria pos
so solo consigliare di NON SCEGLIERE. L’alta orologeria x fortuna non ha bandiere.
😉
Complimenti per l’interessante articolo.
Che cosa volete che vi dica …..tra un patek attuale e un lange preferisco sempre il tedesco(anche se ormai è richemond).
Sobrio ,rigoroso davanti, ma superlativo e superifinito dietro,la platina semichiusa dà il giusto equilibrio .
I patek del passato erano irraggiungibili ,ma tutto muta e gli attuali sono troppo orpellosi.
Grazie per il commento Carlo!
E’ uno degli articoli più belli che avete scritto.
Sinceramente certe differenze non le conoscevo (tipo la differenza tra le finiture cotes de genev e nastro glashutte)
Quale caratteristica mi piace di più? Il tourbillon volante è qualcosa di strabiliante.
Grazie, contento che ti sia piaciuto Lorenz! Già, il tourbillon volante è un’interpretazione spettacolare di un’invenzione che ha cambiato il corso dell’orologeria meccanica.