Scoprire l’orologio imparando il suo cammino nei secoli è affascinante, ma osservarlo nel contesto di un importante evento lo è forse ancor di più.
Oramai sappiamo bene che sin dalla sua nascita nel 1845 tutta l’orologeria tedesca si è concentrata a Glashütte. Quel minuscolo paesino, che ancora oggi conta meno di ottomila residenti, dopo la fine della II Guerra vedeva da una parte molte delle sue importanti fabbriche orologiere completamente distrutte dai bombardamenti (vedi l’illustre manifattura A. Lange & Söhne), dall’altra lo smantellamento per opera dei russi dei laboratori sopravvissuti cui, nell’ultimo periodo del conflitto, erano stati convertiti dai tedeschi alla produzione bellica.
Già da qualche anno operative sotto le ferree regole della Repubblica Democratica Tedesca DDR, il primo luglio del 1951 le fabbriche VEB Urofa, VEB Ufag, VEB Mechanik Lange & Sohne, VEB Feintechnik, VEB Messtechnik, VEB Felix Etler e VEB Liwos (dove “VEB” è l’acronimo di “Volkseigene Betriebe” – che in italiano significa “fabbrica popolare”), vennero unificate nella VEB Glashütter Urenbetriebe. Per praticità si decise di chiamare la neo-manifattura GUB creando anche un nuovo logo.
Attività della GUB
È evidente che durante il regime, quindi dalla fine del 1949 al 1990 quando fu abbattuto il Muro, l’orologeria di Glashütte (intesa come tutto il polo orologiero) aveva un profilo basso e essenziale, ma questo non significa che quel periodo non sia stato caratterizzato da creazioni quantomeno originali.
La GUB ci ha lasciato dei curiosi segnatempo. Essi spaziavano da orologi da polso senza molti fronzoli a strumenti di misurazione per automatismi industriali, passando tra l’altro per affascinanti cronometri da marina. In essi possiamo identificare gli unici orologi meccanici che, in quanto a prestazioni, sono riusciti senza troppe difficoltà a tenere testa al quarzo.
Quando anche in questa tipologia avvenne il passaggio non fu perciò per problemi legati alla precisione, ma per pura praticità.
Anche nel periodo in cui regnava la tecnologia che veniva dal Sol Levante Glashütte è riuscita a dire la sua. È della fine degli anni ’70 il primo GUB al quarzo e, subito a seguire, dello sviluppo di originali movimenti ibridi come il Cal. 1-18.
Agli inizi, per poter svolgere la sua attività, la fabbrica del popolo necessitava di sviluppare un movimento automatico proprietario. Questa visione avrebbe dato un giorno vita allo Spezimatic.
È con un evento speciale tenutosi nel luglio 2015 che il Museo di Orologeria ha celebrato l’era in cui GUB produceva a Glashütte gli Spezimatic.
Il GUB Spezimatic
Nonostante la sua natura marziale anche il regime doveva stare ben attento a evitare di infrangere i brevetti stranieri che per lo più provenivano dall’avversario (orologico) di sempre: la Svizzera.
Derivato concettualmente dal Calibro Automat prodotto dal 1959, nel 1964 la GUB creò un movimento completamente nuovo e più sottile: il Calibro 74 conosciuto anche internamente con la sigla 06-25. Lo stesso era disponibile anche nella versione con datario, il Cal. 75 (06-26), colui che prodotto tra il 1964 e il 1980 meglio identifica il “GUB Spezimatic”. Il passo successivo, nel 1977 in piena epoca – o crisi – del quarzo, fu lo Spezichron quest’ultimo dotato di datario day-date.
Il Cal. 75 è un movimento piuttosto semplice ma che rispetta il primo dogma dell’orologeria sassone: la platina chiusa a ¾ utilizzata anche dagli anglosassoni. Questa soluzione, chiudendo tutti i componenti del movimento a sandwich, dona una maggiore rigidità a tutta la struttura. Non c’è da stupirsi quindi se, magari un po’ a corto di una revisione e di una regolata, i Glashütte Spezimatic che si trovano oggi facilmente su ebay, e in molte varianti, sono praticamente eterni.
A dispetto di una costruzione che non spicca certamente per le finiture nel Cal. 74, come nel Cal. 75 è presente un doppio sistema antishock sviluppato da GUB che protegge efficacemente il bilanciere realizzato in Glucydur. Quest’ultimo, grazie a una particolare architettura del treno del tempo che lascia molto spazio libero, è di grandi dimensioni e batte piano piano a 18.000 alternanze l’ora. Un unico altrettanto grande bariletto di carica fornisce una riserva di carica di 37 ore.
Se non fosse per la scritta, da fuori faresti più fatica a identificare uno Spezimatic. Essendo stato costruito per oltre quindici anni, a cavallo degli anni sessanta e fine ’70, la sua cassa multiforme in acciaio, o placcata oro, abbraccia un po’ tutti gli stili di un classico orologio meccanico di quel periodo.
I più iconici sono probabilmente quelli con quegli strani indici arabi delle ore allungate che un po’ somigliano agli orologi liquidi di Dalì.
La seconda vita dello Spezimatic
Oggi questi segnatempo rivivono nella collezione Sixties di Glashütte Original, naturalmente completamente rivisti in chiave alto di gamma. Il più esclusivo presentato a Baselworld 2011 monta un affascinate tourbillon volante.
I fatti odierni coincidono con la storia. La manifattura di Alta Orologeria sassone è l’erede diretta dei GUB e di molti degli artigiani che operavano a Glashütte prima della Seconda Guerra.
Per meglio comprendere questa, direi unica origine, leggi un articolo approfondito che spiega tutta l’orologeria tedesca illustrando i fatti più importanti accaduti dal 1845 a oggi.
Per finire gli Spezimatic più collezionabili sono quelli con quegli strani quadranti effetto fumé che virano da accesi colori al nero come se fossero stati verniciati con una bomboletta. Oggi sono ripresi dalla collezione Sixties Iconic.
Per portarsi a casa un GUB Spezimatic con quadrante fumé ci vogliono anche oltre 500 Euro. Occhio ai molti quadranti ristampati.
Commenti
Ciao. Ho un orologio da donna anni 60 marca gub. Per un valutazione chi devo contattare? Grazie!
Ciao Niko grazie per aver scritto! Di GUB (Glashütter Uhrenbetriebe) ne sono stati costruiti parecchi modelli a cavallo degli anni ’60. Per scoprire quanto vale il tuo esemplare è semplice: cerca di individuare di che modello si tratta seguendo i consigli riportati in questa guida. Poi una volta individuato di che modello si tratta fai una ricerca su google (cercando anche un riscontro visivo consultando la sezione “Immagini”sempre del motore di ricerca.
Per finire, sempre con almeno il nome e/o la referenza del tuo modello cerca su ebay (mondo intero) e su chrono24: ne troverai senz’altro qualcuno, o molto simile, in vendita per cui potrai farti sicuramente un’idea di quanto possa valere.